
Alla fine degli Ottanta mi è capitato di frequentare Domenico Rea a Napoli, dove lavoravo. Una sera – forse nel 1988 o 1989 – gli chiesi se pensava di scrivere un nuovo romanzo, lui con un gesto rapido, nervoso, si avvicinò alla libreria e prese La novella degli scacchi di Stefan Zweig, esclamando c...
